Lezioni di Cajón Flamenco a Milano
La gioia di suonare le percussioni nel flamenco
📅 Calendario dei prossimi stage di cajón con Francesco Perrotta:
- Domenica 1 ottobre
- Domenica 26 novembre
- Domenica 17 dicembre
Le lezioni si svolgono in Via Passeroni 6, zona Porta Romana.
Gli orari vengono definiti con i partecipanti a seconda delle loro esigenze e del loro livello di preparazione.
Informazioni e prenotazione obbligatoria in segreteria!
Il podcast Flamenco chiavi in mano offre numerose puntate sul cajón e la ritmica flamenca!
Un metodo semplice, intuitivo e divertente che porta a fare amicizia sempre più con il ritmo. Sono previsti diversi livelli di difficoltà, per portare gli allievi a giocare al meglio con lo strumento. Con Francesco Perrotta
Corso base
È rivolto a gruppi di principianti, ed ha durata di 3 ore durante le quali viene presentato lo strumento, le sue origini, come può suonare. Viene introdotta la tecnica di base allo scopo di cominciare a produrre ritmo, curando la qualità e la naturalezza del suono.
La tecnica viene subito messa in pratica, affrontando diversi ritmi, che nel flamenco si chiamano palos, in 3, 4 e 12 tempi.
Secondo livello
È riservato a chi ha già frequentato il primo livello. Prevede un ripasso generale, ed un approfondimento sull’accompagnamento dei vari palos.
Terzo livello
Ulteriore approfondimento delle tecniche.
Che cos’è il cajón?
È uno strumento di origine molto semplice: si tratta di una cassa, sulla quale il musicista si siede per suonare. Presenta una superficie anteriore (tapa) di legno più sottile, incollata al resto nella metà inferiore e avvitata nella parte alta, per poter vibrare. La parete posteriore presenta un foro del diametro di una decina di centimetri. La parte alta della tapa ha un suono secco ed acuto, in basso si ottiene invece una frequenza grave.
Lo strumento nasce fra i neri peruviani, modificando le casse per la raccolta della frutta: come nel caso di altri strumenti a percussione afro americani, la gente cercava di ricostruire il suono di alcuni tamburi africani, dato che agli schiavi erano vietati gli strumenti musicali del loro paese.
Negli anni ‘50 il cajón assume la forma che conosciamo oggi: un parallelepipedo che misura circa 50 x 30 x 30 cm.
Si tratta di uno strumento povero, che si è raffinato tecnicamente negli anni 10 del XXI secolo, con l’uso di legni diversi, di tecniche costruttive nuove, e via via anche di forme diverse e spesso molto fantasiose, l’aggiunta di sonagli e corde di bordone all’interno, a contatto con la tapa, che creano nuove sonorità.
Il cajón viene impiegato in parecchi generi musicali, e il suo ingresso è da attribuirsi al genio creativo di Paco De Lucia. Paco incontrò questo strumento poiché lo aveva ricevuto in regalo da Caitro Soto, un percussionista peruviano, ne comprese le potenzialità, e lo affidò al percussionista brasiliano, Rubem Dantas che ne diventerà la prima figura rappresentativa in Spagna e nel flamenco. Era il 1977.
Da allora, lo strumento è entrato a pieno diritto, sposandosi egregiamente con le sue sonorità. Oggi sono molti i cajonisti professionisti parecchio dotati. Qualche nome: Israel Suarez “El Piraña”, che è stato l’ultimo percussionista a lavorare nel gruppo di Paco De Lucia, Luki Losada, Paquito Gonzalez, Horacio “El Negro” Hernandez.
Menzione speciale per l’originalità stilistica del compianto Manuel Soler (vedi foto), che ha saputo trasportare nel suo modo di suonare il cajón le proprie competenze di bailaor, alla ricerca del “matiz” (sfumatura), modulando fra i suoni acuti e i suoni bassi.
L'insegnante degli stage di cajón
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