Come montare una coreografia flamenca
Guida al montaggio coreografico
Sabina Todaro, l'insegnante di baile flamenco, ti offre anche un podcast dedicato a questo interessande fenomeno musicale, coreutico e culturale.
Quando si studia flamenco da diversi anni, si suppone che si siano imparate parecchie coreografie. Che ci si sia confrontati con diversi generi musicali, i palos. Che si sia affrontata la memorizzazione di suoni, movimenti, atteggiamenti corporei. Ad un certo punto però occorre fare il passo successivo: quello della propria autonomia.
Il flamenco prevede che si riesca a ballare secondo il proprio sentire. Non sempre e soltanto seguendo i passi appresi da qualcun altro. Per quanto bravo, creativo e preparato possa essere. Nel flamenco occorre trovare la propria personalità. Ed esprimerla.
Per poter fare questo, sono necessarie diverse qualità:
- conoscere e padroneggiare la tecnica ritmica
- sapersi muovere in modo fluido ed efficace
- saper esprimere emozioni e comunicarle
- conoscere la teoria che sta dietro al flamenco e le sue strutture
- conoscere e “sentire” il cante come linea guida del baile
Una volta acquisite queste competenze, che si possono considerare come dei pre-requisiti, il lavoro del ballerino flamenco non è però finito: occorre che la sua danza sia in linea con la tradizione, che nel campo del flamenco è un elemento fondamentale ed imprescindibile. I codici di comunicazione fra chi danza, chi canta e chi suona devono essere chiari a tutti gli elementi per un’interazione efficace.
La musicalità nel flamenco
Lo sviluppo della propria sensibilità musicale e ritmica è un passaggio chiave per fare il salto di qualità che ci porti verso una danza personale e fruibile da un pubblico. Ma soprattutto, comprensibile a un chitarrista e ad un cantaor che non conoscano il nostro pezzo di coreografia: nel flamenco la tradizione vorrebbe che tutto fosse improvvisato. O, quanto meno, che mantenesse i canoni dell’improvvisazione così chiari da essere interpretabili con enorme facilità senza dover fare prove.
La creatività ritmica nel flamenco
Capire e ascoltare il cante senza coprirlo con i propri suoni e movimenti. Imparare a creare sequenze di suoni che abbiano uno sviluppo musicale. E che accompagnino il pubblico e il gruppo verso un crescendo di forza, energia e velocità. Sono momenti chiave nello sviluppo della propria traiettoria coreutica.
Durante questo percorso, si pone attenzione alla costruzione di suoni ritmici di Escobilla. I suoni devono essere fra loro coerenti e mantenere sveglia l’attenzione di chi ascolta, sorprendendo sempre con qualcosa di imprevisto. Attenzione però ad evitare di creare eccessive e complicate dissonanze che rischiano solo di “mandare fuori compas”, fuori ritmo, il resto del gruppo.
Particolare attenzione si rivolge anche alla creazione della struttura di: Llamadas, Cortes, Remates, Cierres, Subidas e cambios de sentido, elementi imprescindibili da padroneggiare per poter ballare.
A chi si rivolge il lavoro coreografico
Gli incontri di guida al montaggio coreografico nel flamenco sono destinati ad allievi che abbiano alle spalle un buon bagaglio di esperienza nel flamenco. Sono accompagnati due volte al mese (situazione permettendo) dalla musica dal vivo. Si sperimenta direttamente la relazione con la chitarra e con la percussione senza la mediazione di una coreografia già montata da un insegnante.
Si sceglierà un palo in specifico, che sarà l’occasione per i diversi allievi per montare ognuno la propria coreografia, o anche soltanto parti di essa. Senza avere fretta di dover concludere l’intero lavoro in un anno accademico, soffermandosi invece sulla ricerca dello stile, della qualità de suono, della relazione con il cante. A fine anno scolastico sarà possibile presentare il lavoro coreografico all’interno del saggio di fine anno del Mosaico Danza con musica dal vivo.